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Quando Tutto Sembra Finire

Aggiornamento: 9 set 2024

"Ciò che non ti uccide ti rende più forte." — Friedrich Nietzsche


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Antonello Venditti, nella sua canzone "Che Fantastica Storia È La Vita", canta: "E quando tutto sembra finire, che inizia la salita". Queste parole racchiudono una verità profonda che molti di noi possono comprendere, specialmente quando si attraversano momenti difficili. È proprio nei momenti di maggiore difficoltà che spesso si cela l'inizio di un percorso verso una nuova rinascita.

La storia di Giovanni di Oppido Lucano, un uomo semplice e tenace, ne è un esempio perfetto. Giovanni lasciò il suo paese in Basilicata per cercare lavoro a Stoccarda, in Germania, come tanti altri italiani negli anni '60. Nonostante le difficoltà iniziali, si trasferì in una delle baracche che all'epoca fungevano da alloggio temporaneo per molti lavoratori stranieri. Condivideva cucina e bagno con altre persone, cercando di risparmiare ogni singolo marco per inviare denaro alla sua famiglia in Italia. Il suo sogno era semplice ma nobile: voleva contribuire al matrimonio della figlia e acquistare una casa per gli sposi.

Come molti immigrati, Giovanni nutriva il desiderio di lavorare alla Mercedes-Benz, un simbolo di stabilità economica e successo sociale. Tuttavia, la sua domanda di assunzione veniva regolarmente respinta. C'era sempre qualcuno più qualificato, con una migliore conoscenza del tedesco o con una maggiore preparazione fisica. Ma Giovanni non si arrese mai.

La sfortuna, però, non sembrava volerlo lasciare in pace. Durante uno dei suoi lavori sottopagati, un giorno si verificò un'esplosione sul posto di lavoro che gli causò gravi ustioni su gran parte del corpo. Oltre al dolore fisico, Giovanni dovette affrontare un'ingiustizia ancora più grande: fu accusato di negligenza e licenziato senza alcun risarcimento. Passò molto tempo in ospedale, lottando per recuperare.

È proprio qui che la vita di Giovanni prese una svolta inaspettata. In ospedale, conobbe Hans, un uomo tedesco di buona famiglia che stava attraversando le proprie difficoltà di salute. Nonostante la barriera linguistica, tra Giovanni e Hans nacque subito una forte empatia. Diventarono amici e, sorprendentemente, Hans si mostrò molto interessato alle storie che Giovanni gli raccontava.

Quando Giovanni fu dimesso dall'ospedale, Hans gli diede un bigliettino da visita e gli disse: "Vai alla Mercedes e presenta questo biglietto. Fai il mio nome". Giovanni, ignaro del fatto che Hans fosse un importante manager della Mercedes, si recò agli uffici dell'azienda. Con sua grande sorpresa, grazie all'intercessione di Hans, venne assunto. Gli fu dato un lavoro che non richiedeva grandi sforzi fisici e con una paga adeguata, permettendogli di lavorare fino all'età della pensione. Grazie a questo lavoro, Giovanni riuscì a realizzare il suo sogno: vide sua figlia sposarsi e vivere in una bella casa, circondata dai nipotini.

Questa storia ci insegna che, nonostante le cadute e le difficoltà, c'è sempre una possibilità di risalita. La perseveranza, il non arrendersi mai, e l'importanza delle relazioni umane possono aprire strade inaspettate. È proprio vero, come canta Venditti, che è quando tutto sembra finire, che inizia la salita. La storia di Giovanni ne è la prova vivente: nonostante le avversità, è riuscito a rialzarsi, a costruire una vita dignitosa e a vedere realizzati i suoi sogni più grandi.

Una storia simile, che riguarda il mondo della gastronomia, è quella di Gualtiero Marchesi, uno dei padri fondatori della cucina italiana moderna.

In un'epoca in cui la cucina italiana era fortemente ancorata alla tradizione, Marchesi ebbe il coraggio di rompere con il passato e introdurre una nuova visione culinaria, ispirata alla semplicità e all'estetica. Ma questa scelta audace gli attirò molte critiche. I puristi della cucina italiana lo accusarono di tradire le radici gastronomiche del paese, e il suo ristorante ebbe difficoltà a decollare.

Marchesi, però, non si lasciò scoraggiare. Con tenacia e visione, continuò a lavorare sulla sua idea di cucina, sperimentando nuovi accostamenti e tecniche, senza mai scendere a compromessi sulla qualità. Fu proprio la sua perseveranza che alla fine gli valse il successo. Nel 1985, Gualtiero Marchesi divenne il primo chef italiano a ricevere le ambitissime tre stelle Michelin. La sua cucina rivoluzionò il panorama gastronomico del paese, aprendo la strada a una nuova generazione di chef italiani che guardavano al futuro senza dimenticare le tradizioni.

Oltre al successo come chef, Marchesi decise di restituire qualcosa alla comunità. Fondò scuole di cucina e formò generazioni di cuochi, trasmettendo loro non solo l'arte della gastronomia, ma anche l'importanza della creatività e della passione. La sua eredità ha cambiato per sempre il volto della cucina italiana e il suo impatto è ancora oggi ben visibile.

La storia di Gualtiero Marchesi, come quella di Giovanni, ci dimostra che il successo arriva spesso dopo momenti di grande difficoltà. Entrambi hanno affrontato sfide enormi, ma grazie alla loro determinazione e alla loro capacità di reinventarsi, sono riusciti a raggiungere i propri obiettivi. Queste storie ci insegnano che, quando tutto sembra perduto, c'è sempre una possibilità di risalita, e spesso, proprio allora, inizia una nuova fantastica storia.

 
 
 

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